lunedì 3 settembre 2012

Velocità = Conversione (ovvero: che rapporto c’è tra velocità delle pagine e il tasso di conversione?)

Quanto impiega il cervello a pensare ad altro?
Parto da questa domanda generica per una riflessione sul tasso di conversione. Tutto iniziò quando, a causa della lentezza della rete a cui mi ero collegato, per vedere una pagina web dovevo aspettare diversi secondi. Mi sono accorto che durante il caricamento finivo sistematicamente per pensare ad altro, dare una rapida occhiata alla webmail, aprire una ricerca su wikipedia o altro. Solo dopo diverso tempo mi ricordavo che stavo aspettando il caricamento di quella pagina e tornavo dove ero.
Questo ovviamente è un esempio estremo, ma riflettendo sulla cosa mi sono chiesto appunto quanto sia il tempo che il cervello impiega a pensare ad altro, e quindi quanto impieghiamo a distrarci. In fondo i pensieri che abbiamo quotidianamente non ci vengono mentre siamo chiusi in una camera a privazione sensoriale, ma intervengono nella nostra mente tra una azione e l’altra, tra un pensiero ed il successivo, si insinuano come possono, quando possono.



Una maggiore comprensione del termine “acquisto d’impulso”
Parlando di “acquisto d’impulso” ho sempre pensato fosse una questione di essere “impulsivi”, di sfruttare l’onda dell’entusiasmo che porta un utente sul sito alla ricerca di un prodotto o servizio, mentre invece è questione di battere sul tempo l’utente, non dargli il tempo di distrarsi,
A pensarci da questo concetto deriva la maggior parte delle regole di usabilità. Forse senza saperlo, o almeno senza saperlo in questi termini. Significa, per le classiche regole di usabilità, avere azioni immediate da capire e da eseguire. Significa anche che, realizzando una interfaccia usabile, potremmo ancora doverci misurare con l’aspetto della velocità delle pagine.


Distrarsi in un click
Il processo base è questo: sono su una pagina per fare qualcosa, trovo subito l’azione che mi interessa (ottimo!) e ci clicco. Si apre la pagina che mi aspettavo.
Tutto bene, ma c’è un “punto” da non trascurare: il punto tra “ci clicco” e “si apre la pagina”: Per proseguire nel ragionamento ipotizziamo per un attimo che il cervello sia in grado di “pensare ad altro” in appena di decimo di secondo. Sembra tanto? Sembra poco? Non importa: c’è un limite di tempo, sicuramente dipendente da individuo ad individuo, dopo il quale il cervello trova connessioni con altri pensieri, si ricorda ad esempio che dobbiamo dire al nostro amico qualcosa, o il ricordo di quell’articolo o di quella persona che, o della volta in cui...
Questo pensiero non si può propriamente inserire sotto la voce “distrazioni” perché solitamente l’utente durante questi pensieri sta ancora navigando il sito. Statisticamente però ci sarà sempre una certa percentuale di questi pensieri che porteranno a desistere dall’azione, e pertanto di questa frazione di pensieri connessi si può parlare di distrazione.
Se quindi il cervello impegasse un decimo di secondo a pensare ad altro, facendo comparire all’utente la generica pagina successiva entro questo tempo avremmo una minor perdita di attenzione da parte dell’utente, e quindi maggiori conversioni.

La domanda allora a questo punto è: 

Quant’è questo tempo?
E’ evidente, senza neanche doverne avere dimostrazione statistica, che ogni persona ragiona alla sua velocità, è più o meno stanco, ha più o meno pensieri etc.

Sembra che Google e Amazon abbiano fatto le loro misurazioni, con risultati abbastanza precisi: 
per Google un incremento del tempo di caricamento della pagina da 0.4 a 0.9 secondi ha comportato una riduzione del 20% dei ritorni pubblicitari
Amazon ha misurato che ogni incremento di 0.1 secondo (100ms) nel tempo di caricamento riduce i guadagni dell1%
Se avete vagamente idea dei numeri in ballo potete facilmente capire quanto questo diventi un punto cruciale!
Molti consigli di sedicenti "esperti SEO" che trovo in giro parlano della velocità del caricamento pagina più come un favore da fare a Google (che vede positivamente siti veloci, quindi aumenta il Page Rank) che come frutto di questo tipo di riflessione.


Certo non è semplice abbattere il tempo di caricamento di una pagina, ed è un lavoro che coinvolge designer, programmatori e sistemisti, ma consiglio vivamente di tenerlo a mente per ogni nuovo progetto e, dove possibile, anche per quelli esistenti.


Beh, buono a sapersi!

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